NOTA DISCIPLINARE PER FORESTIERISMI ALLO SCOLARO GIAN* C*

Stavvo in classe a compiere il mio ardito e marziale dovere verso Dio, la Famiglia e la Patria, cercando di spiegare agli scolari, nelle mie vesti littorie di istruttore di storia italica, quel folgorante Ventennio del secolo vigesimo, vilipeso e svilito dalla propaganda bolscevica e da certa vulgata demoplutocratica, al quale eterna riconoscenza deve invece l’humana stirpe, quando un vocìo sinistro, un cicaleccio garibaldino, a tratti quasi marxista, destò la mia attenzione.

Tra quegli avanguardisti malandrini era infatti iniziato a serpeggiare il germe disfattista della mollezza semitica, ché costoro son capaci soltanto di attendere lo strombazzo del famigerato campanaccio bronzo-voltaico che, come un gallino sionista e partigiano, canta sempre proprio quando l’ora delle decisioni irrevocabili è giunta.

S’eran lasciati ormai andare a un chiacchiericcio da salone d’acconciatore per sovietici sodomiti, incuranti della mia sapienza romana e manganella, tanto che per ripicca fascistissima avevo iniziato a pressare a ripetizione, con piglio maschio e gagliardo, i pulsanti X U D del calcolatore scolastico di ultima generazione, prodotto roboante dell’ingegno italico, che i Ministeri del “Merito” e del “Fatto in Italia” hanno collocato nelle scuole di ogni ordine e grado, dagli Istituti Agrari in giù.
Vedendomi esitante, un giovanotto dall’aria tisica, truce, con dei baccelli d’un candore d’avorio abissino nei padiglioni auricolari – lo stesso che aveva già espresso dei dubbi massonico-giudaici sulla bontà della versione della banda di musicanti pensionati di Via Rasella fornita dall’indomito camerata – ha l’ardire di alzare la mano sinistra, in spregio a ogni decenza e buon gusto:

“Professò, ma lei è proprio un boomer! Non potremmo invece, a partire dalle dichiarazioni del Presidente La Russa, organizzare un bel debate basato su un rigoroso fact checking per implementare le nostre capacità di problem solving, utilizzando i materiali che abbiamo caricato online su classroom? Capisce? Anche per uscire dalla comfort zone e rendere la lezione meno cringe e più à la page…”

Ora, un educatore gentiliano – che ha come unica stella marziale l’humiliatione dello scolaro – ha notoriamente una pazienza d’acciaio.
Passi pure per le provocazioni liberal-giolittiane con cui si cerca di spacciare per diritti delle smancerie da donnette.
Son pur sempre brufolosi ed imberbi giovinetti e ancor non sanno che il fascismo stabilisce l’eguaglianza verace e profonda di tutti gli individui di fronte al lavoro e di fronte alla Nazione.

Ma assecondare l’impiego di lemmi vezzosi che gli effemminati pedagoghi della perfida Albione son soliti infilare anche nelle loro canzonette negre da balera, proprio no.
Ho subito aperto un fascicolo sul registro voltaico e segnalato l’utilizzo reiterato di forestierismi sovversivi all’Opera di Vigilanza e Repressione.
Siamo nel 2023. Certe debolezze non son più ammissibili.
Le frontiere (anche quelle dell’idioma) non si discutono.
Si difendono.

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